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Codice antincendio: cosa ne pensano gli ingegneri italiani?

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri l’aveva già chiesto alla sua base nel 2016, realizzando un primo sondaggio per testarne la conoscenza e il gradimento. Ora, una nuova indagine

Sono numerose le novità introdotte dal Codice di prevenzione incendi. Vediamole insieme:

– disposizione di un testo unico, in luogo di innumerevoli regole tecniche, che di fatto semplifica le regole di prevenzione incendi;

– valorizzazione del lavoro dei professionisti, attraverso l’utilizzo di regole meno prescrittive, più prestazionali;

– individuazione di regole sostenibili, proporzionate al rischio reale, che garantiscano comunque un pari livello di sicurezza;

– flessibilità e possibilità per i professionisti di scegliere fra diverse soluzioni che favoriscono l’utilizzo dei metodi dell’ingegneria antincendio

Ma come sono state recepite queste innovazioni dagli ingegneri italiani? Il CNI l’aveva già chiesto alla sua base nel 2016, realizzando un primo sondaggio per testarne la conoscenza e il gradimento. Ora, a quasi quattro anni dalla sua entrata in vigore, il Codice è stato oggetto di una nuova indagine che ne ha analizzato tutti gli elementi cruciali, nonché il suo grado di applicabilità. Il sondaggio, a cui hanno partecipato quasi 5mila ingegneri, è stato effettuato rivolgendo domande in forma anonima esclusivamente ai professionisti antincendio iscritti all’Albo. L’iniziativa è stata curata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, con il supporto del gruppo di lavoro sicurezza e prevenzione incendi del CNI.

I risultati del sondaggio del CNI

Dal sondaggio emerge che tra tutti i professionisti antincendio iscritti all’albo, relativamente al Codice di prevenzione incendi (D.M. 03/08/2015), il 54% degli intervistati ha risposto di avere una conoscenza sufficiente, mentre solo l’1,3% del campione ha affermato di non avere nessuna familiarità con le suddette norme. La percentuale dei professionisti che sostengono di possedere una conoscenza approfondita del Codice è del 18,4%, mentre il 25% ne ha una conoscenza parziale.

Sempre in termini generali, dal sondaggio emerge la conferma dell’opinione positiva della categoria rispetto al Codice di prevenzione incendi e delle sue potenzialità, ma non si trascura l’evidenza del ritardo nell’assimilazione dei nuovi metodi e la difficoltà ad interiorizzare il cambiamento di approccio progettuale. Il ricorso alle soluzioni alternative resta ancora una scelta di nicchia rispetto alle più semplici soluzioni conformi. Fa riflettere l’incertezza ed il timore di gran parte degli ingegneri rispetto al livello delle responsabilità professionali: si pensa ancora, erroneamente, che la valutazione del progetto da parte dei VVF costituisca un “alleggerimento” delle responsabilità del professionista antincendio.

Gli ambiti su cui si potrà lavorare con ampio margine di miglioramento sono le capacità comunicative e propositive dei progettisti nei confronti del committente e soprattutto la qualità dell’offerta formativa e di aggiornamento periodico da parte degli Ordini. Su questi fronti il CNI è da tempo impegnato, tramite il lavoro del gdl sicurezza e prevenzione incendi, a supporto degli Ordini provinciali ed in stretta collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

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